Cosa Fare Dopo il Colloquio
In questa guida spieghiamo cosa fare dopo il colloquio.
Quante volte avrai sostenuto un colloquio di lavoro, conclusosi con la classica espressione “Le faremo sapere”? E quante volte, uscendo dall’ufficio, in cui ha appena affrontato la selezione, ti sarai chiesto “mi chiameranno mai? Quando?”. Ebbene, dobbiamo sapere che, così come esistono buoni consigli su come affrontare un colloquio, ve ne sono altri, che riguardano il dopo. Già, perché capita spesso di avere sostenuto un ottimo colloquio, di avere fatto buona impressione al recruiter e di mandare in malora il risultato acquisito, sbagliando le mosse da compiere dopo. Adesso, vi diamo qualche dritta su cosa fare e non fare, successivamente a un colloquio di lavoro.
Per prima cosa, quando vi congedate e il recruiter vi dirà “Le faremo sapere”, cercate di chiedere con cortesia e in maniera educata entro quale termine sarebbe possibile avere notizia dell’esito della selezione. Le espressioni che potreste utilizzare sarebbero del tipo “Mi scusi, potrei sapere gentilmente entro quanti giorni pensate di poterw essere in grado di comunicare il risultato?”. Vi sarà sicuramente indicata una scadenza, che non va presa alla lettera. Chi effettua una selezione non può avere con esattezza, se non raramente, idea di quanto tempo occorra per chiudere il primo passo o l’intera procedura. Pertanto, se vi dicesse “entro 10 giorni”, non affrettatevi a tempestare di chiamate l’ufficio l’undicesimo giorno, ma aspettate un paio di settimane, al termine delle quali sarebbe più che legittimo chiedere lumi sull’esito. Sì, ma come?
Una telefonata non appare opportuna. Vi immaginate il recruiter, che nel mezzo del suo lavoro, magari mentre ancora seleziona altri candidati, si sente chiamato al telefono da un suo ex esaminato per chiedergli come sia andato il colloquio? Sicuramente, avvertirà un certo fastidio, anche perché se tutti facessero così, dovrebbe dedicare ore della giornata solo a rispondere alle chiamate dei candidati già esaminati. Dunque, il mezzo più idoneo potrebbe essere l’invio di una mail, con la quale si chiede senza alcun tono perentorio o di pretesa, ma solo con cortesia, se sia già possibile conoscere come sia andata la selezione.
Anche se abitate nelle vicinanze dell’azienda per cui vi siete candidati o vi passate tutti i giorni, non cercate di precipitarvi in segreteria o in ufficio per sapere l’esito del colloquio, perché appare un espediente forse ancora più irritante di una telefonata, inviando al recruiter un segnale sbagliato, ovvero non di interesse verso la posizione lavorativa, bensì di petulanza e persino di disperazione. Assillare l’azienda per la quale ci si candida con chiamate, mail e visite per cercare di sapere come sia andata la selezione vi mette in cattiva luce, perché chi di dovere penserà, nel migliore dei casi, che siate così disperatamente alla ricerca di un lavoro, che non riuscite adattendere i tempi ordinari di una selezione.
Meno che mai dovreste cercare di avvicinare il recruiter in luoghi esterni all’azienda, informali, come al bar, al ristorante o altrove. Rischiate di bruciarvi, nonostante potreste aver sostenuto un colloquio molto positivo. E’ un comportamento molto sconveniente e che arreca molto disturbo. Vorreste che un cliente vi perseguiti anche mentre sorseggiate un caffè, parlandovi di lavoro?
C’è qualcosa, poi, che potreste fare subito dopo avere sostenuto un colloquio, ovvero inviare all’ufficio del recruiter una mail di cortesia, con la quale lo si ringrazia per l’attenzione prestata. Non usate formule cerimoniose, che potrebbero apparire stucchevoli. Limitatevi a ringraziare in maniera formale e con poche parole.
Tra le altre strategie che potreste mettere in atto per cercare di mettere in salvo il lavoro svolto vi è quella di una presenza sui social network. LinkedIn è molto utilizzato dai recruiter per valutare la professionalità e le interazioni dei candidati con la sfera professionale, specie a certi livelli. Aggiornate il vostro profilo, mentre per il caso di Facebook o Twitter, che sono social poco formali, ricordatevi che potreste essere monitorati, per cui evitate nei giorni successivi al colloquio di postare immagini e frasi poco convenienti e mantenete, invece, un atteggiamento serio. Prima ancora di sostenere il colloquio non sarebbe male fare un po’ di pulizia nella vostra bacheca. Non si sa mai.
Infine, a caldo, subito dopo il colloquio, annotate in un foglio di carta le vostre impressioni, oltre che i punti di forza e di debolezza che pensate vi siano stati, oltre che le domande ricevute. In questo modo, potreste cercare di capire le ragioni per le quali potreste venire ricontattati per un secondo e forse definitivo colloquio, eventualmente riparando ai punti deboli del primo. Nel frattempo, preparatevi più nello specifico sull’oggetto della candidatura, ovvero su quello che sareste chiamati a fare, se veniste assunti. Se il primo colloquio verte sulle capacità e conoscenze, il secondo stringe sulle vostre abilità concrete. Se non lo aveste già fatto prima del primo colloquio, studiatevi bene il sito web aziendale e cercate di capire dal primo contatto con il recruiter quali siano le richieste salienti dell’azienda.