Come Comportarsi Durante un Colloquio di Lavoro

In questa guida spieghiamo come comportarsi durante un colloquio di lavoro.

Il colloquio di lavoro è la tappa fondamentale per aspirare a trovare un impiego. Le conoscenze e l’esperienza acquisita nel corso di precedenti rapporti di lavoro non sempre implicano anche la capacità per il candidato di avere successo in fase di selezione, se non è in grado di trasmetterle nel modo adeguato. Dunque, il colloquio deve essere affrontato sempre al meglio e bisogna evitare di commettere errori, spesso frutto di superficialità, ma che potrebbero rivelarsi fatali ai fini dell’obiettivo.

Come Prepararsi Prima del Colloquio di Lavoro

Per prima cosa, sarebbe opportuno già all’atto del ricevimento della chiamata per sottoporsi alla selezione mostrarsi adeguatamente ordinati. Se siamo fuori casa e magari non possiamo parlare bene, perché immersi nel traffico o a causa di rumori esterni, sarebbe buona cosa chiedere cortesemente di essere richiamati in un altro momento o chiedere a quale numero chiamare, in modo da parlare meglio. Quando vi saranno indicati sede e luogo del colloquio, evitate possibilmente di chiedere informazioni dettagliate su dove si trovi, su come ci si arrivi, perché segnalereste probabilmente difficoltà a muovervi da soli o scarsa praticità nell’uso di strumenti, come i motori di ricerca o il satellitare.

Come Presentarsi al Colloquio

Al colloquio dovrete presentarvi con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario indicato. Non esagerate con l’anticipo, ma è bene entrare in sede almeno 5 minuti prima, perché così vi mostrerete puntuali e molto interessati al buon esito della selezione. Ricordatevi che dovrete cercare di offrire la migliore impressione possibile, con un abbigliamento adeguato.

Se sei un uomo, generalmente dovresti portare giacca e cravatta, avere capelli ordinati, evitare di esporre piercing in zone visibili del corpo e possibilmente coprire i tatuaggi più in vista. Se sei una donna, niente scollature, niente gonne sopra il ginocchio, ma puntare su vestiti sobri e che segnalino serietà e professionalità. Per tutti, niente colori sgargianti, niente uso eccessivo di profumi o dopobarba, niente accessori eccentrici, come grosse collane, ciondoli, numerosi braccialetti. Questi deviano spesso l’attenzione di chi vi ascolta e a volte provocano un rumore fastidioso.

Come Comportarsi Durante il Colloquio

Arriviamo al colloquio vero e proprio. Salutate non appena sarete raggiunti dal recruiter e mostratevi empatici, ma non ruffiani. Quindi, evitate battute e restate concentrati sulla ragione per cui siete in quel luogo. Sedetevi composti, per cui schiena dritta, niente gambe accavallate e guardate sempre il vostro interlocutore in viso quando vi parla, in modo da segnalare la vostra attenzione e di captare la sua, quando a parlare sarete voi.

Curate il tono della voce, che non deve risultare sguaiatamente alto, ma nemmeno fastidiosamente basso. Scandite bene le parole e porgetevi in maniera naturale, rispondendo alle domande senza dare l’impressione di avere imparato a memoria e in anticipo le risposte. Risulta essere molto probabile che vi venga chiesta la ragione per cui intendiate lasciare la vostra occupazione attuale. Attenzione, non dovete proferire alcuna parola contro il vostro datore di lavoro o i vostri colleghi, ma dovete solamente cercare di trasmettere al recruiter la volontà di lavorare alle dipendenze di una società maggiormente interessante sotto il profilo delle possibilità di carriera e dell’importanza nel panorama produttivo locale e internazionale. Qualsiasi lamentela esternata nei riguardi dell’azienda per cui ancora lavorate o avete lavorato rischia di porvi sotto una cattiva luce, facendovi passare per piantagrane.

Può capitare anche che il colloquio non sia individuale, ma di gruppo. Risulta essere un caso ancora più interessante, perché qui dovete esibire il meglio di voi non solo con riferimento al selezionatore, ma anche nell’interazione con gli altri candidati. Vediamo quale atteggiamento dovrete mostrare. Per prima cosa, cercate di mettervi in risalto, ma senza mostrarvi ineducati ed esibizionisti. Dunque, rispondete alle domande che vi vengono poste e mai parlare sopra gli altri. Se avete qualcosa di intelligente da rispondere a una qualche domanda posta a tutto il gruppo, dovrete alzare la mano e parlare solo quando vi verrà dato il permesso. Mai attaccare le posizioni esternate dagli altri candidati, mai tenere discorsi divisivi, mentre dovrete essere bravi a offrire il vostro punto di vista, aggiungendo qualcosa di positivo al contributo degli altri, ma senza rendervi antipatici. Dal gruppo, infatti, dovrete emergere come leader e spesso è compito degli stessi candidati indicare la persona, che ritengono maggiormente preparata per essere una guida.

Infine, non mostratevi interessati alla sola retribuzione, per cui evitate di porre domande al primo passo di selezione su quanto sia lo stipendio e quante ore di lavoro vi attenderanno nell’arco del giorno o della settimana. I dettagli dovranno essere discussi a selezione avvenuta, prima della firma del contratto. Al contrario, mostratevi disponibili a missioni fuori sede, trasferte, possibilmente anche a trasferimenti. Non sempre, per esempio, le trasferte ci saranno effettivamente, ma la domanda è tesa a verificare la flessibilità del candidato nel confronto delle esigenze dell’azienda.

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Colloquio di Lavoro in Francese

In questa guida spieghiamo come affrontare un colloquio di lavoro in francese.

I colloqui in lingua francese possono sembrare rari, ma sono frequenti in alcuni ambiti. Si pensi alle posizioni professionali nel ramo commerciale o nel settore turistico alberghiero, specie in determinate zone turistiche. Potrebbe certamente essere un ostacolo insormontabile, se non si conosce adeguatamente la lingua, ma per quanto appena detto, questo tipo di selezione è realistico trovarlo per posizioni, che presuppongono una conoscenza anche solida del francese.

Domande e Risposte Colloquio di Lavoro in Francese

Vi diamo adesso qualche dritta per cercare di fare bella figura. Va detto, come prima cosa, che potreste averne bisogno per candidarvi per un posto di lavoro in Francia, oltre che in Italia. Se si tiene nel paese transalpino, generalmente ha una durata media di una trentina di minuti, durante i quali vi vengono poste domande standard, ma alle quali occorre rispondere in maniera opportuna.

Per mettervi a vostro agio, il selezionatore vi potrebbe chiedere “Parlez-moi de Vous” (“Mi parli di Lei”). Bisogna rimanere nell’ambito professionale, quindi, evitate di divagare su aspetti della quotidianità privata, che a chi vi ascolta non potranno fregare di meno. Indicate il vostro excursus scolastico e professionale: “J’ai pris le baccalaureat en …” (“Ho preso il diploma in …”), “j’ai travaillé pour deux ans à …. en qualité de …” (“Ho lavorato per due anni presso ….in qualità di…”). Se avete viaggiato in realtà francofone (Francia, Belgio, cantoni francesi della Svizzera, Canada, etc.), sottolineato in questa fase del colloquio, anche qualora lo abbiate segnalato sul curriculum (“J’ai passé deux mois en France àpres le lycée/J’ai été en vacance en France, etc”/Ho trascorso due mesi in Francia dopo il liceo/Sono stato in vacanza in Francia, etc).

A questo punto, vi potrebbe essere posta una domanda specifica sulla vostra carriere professionale: “Parlez-moi d’une expérience professionèlle qui Vous a satisfié et dites-moi pourqoui” (“Mi parli di un’esperienza professionale che l’ha lasciata soddisfatta e mi dica il perché”). Dunque, tenete in mente, qualora l’abbiate un’esperienza significativa o almeno fingete, qualora non siate mai stati soddisfatti del vostro lavoro, di averne avuta una. Mostratevi positivi, dovete fare buona impressione e non siete in cura da uno psicanalista. Nel citarla, dovete segnalare di essere stati in grado di produrre risultati e di aver ricavato una crescita in termini professionali, formativi e sul piano umano. La vostra risposta potrebbe essere del tipo: “Je suis satisfié(e) en ce qui concerne mon expérience à (nome dell’azienda), où j’ai eu l’opportunité de améliorer mes connaissances (specificarne il tipo: informatiques, languistiques, commerciales, etc) et d’utiliser mes études …” (“Mi ritengo soddisfatto con riferimento alla mia esperienza presso, dove ho avuto modo di migliorare le mie conoscenze ….e di mettere a frutto i miei studi”).

Come domanda successiva vi potrebbe essere chiesto il perché abbiate scelto un determinato percorso di studi: “Pourquoi avez-Vous choisi d’étudier informatique/langues/communication/, etc. ?”. (“Perché ha scelto di studiare informatica/lingue/comunicazione, etc”).

A questo punto del colloquio, il selezionatore vi potrebbe chiedere con ogni probabilità la ragione della vostra candidatura per la posizione in questione: “Pourquoi voulez-Vous travailler pour nous?/Dites-moi ce la raison principale, pour laquelle Vous voulez travailler pour nous/”). Dovete segnalare di conoscere la realtà dell’azienda in oggetto, magari avendone letto prima le pagine più importanti del suo sito, mostrandovi interessati a una crescita professionale anche di livello internazionale, ove possibile, oltre che alla possibilità di esprimere le vostre conoscenze e abilità: “Je pense que cette société poudrait exploiter et developer les connaissainces apprises à l’université/au lycée et de suivre une carrière professionale, d’une façon que je puis réaliser mes ambitions profesionales”// “Penso che questa società mi consenta di sfruttare e sviluppare le conoscenze acquisite all’università/al liceo e di seguire una carriere professionale, tale da realizzare le mie ambizioni professionali”).

Se il recruiter vi chiede di citare almeno uno o più punti di forza o di debolezza vostri, non commettere l’errore di mostrarvi perfetti, perché è evidente che nascondiate qualcosa. Al contrario, confessate in vostro qualche difetto non grave, segnalando di avere consapevolezza di voi stessi e dei vostri limiti, che possiede ogni essere umano. “Quels sont vos points forts e faibles?” – “Quali sono i vostri punti di forza e di debolezza?”.

Potrebbe esservi chiesto anche il motivo per cui abbiate deciso di lasciare il lavoro che svolgete ancora. Non siate polemici verso il vostro capo o i colleghi, dovete mostrarvi semmai interessati a crescere professionalmente e a una carriera di spessore, mettendo in risalto gli aspetti positivi della posizione alla quale ambite: “Je désire travailler pour une entreprise, qui me permit de faire carrière…/Vorrei lavorare per un’impresa, che mi consenta di fare carriera”.

Conclusioni

Quanto al vostro francese, curate la pronuncia prima del colloquio, simulandone uno ad alta voce, magari con l’aiuto di un amico che lo parli bene. Scandite bene le parole e se non vi sentite molto ferrati, evitate di parlare veloci, correndo il rischio di risultare incomprensibili.

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Come Vestirsi per un Colloquio di Lavoro

In questa guida spieghiamo come vestirsi per un colloquio di lavoro.

Quando vi presentate a un colloquio di lavoro, fate attenzione al vostro stile, perché l’aspetto è essenziale per fare buona impressione. Ricordatevi che chi vi seleziona non vi conosce, non sa quali siano realmente le vostre competenze e non sa se siete persone serie e affidabili. Una delle poche cose su cui può puntare per giudicarvi istintivamente è il vostro aspetto.

In questa guida vi spieghiamo brevemente come fare una buona impressione. Per prima cosa, il vostro aspetto deve sempre essere curato, anche nel caso in cui vi presentiate a una selezione per un lavoro di tipo operaio. Evitate, quindi, piercing, barba incolta, capelli spettinati, ma fate anche attenzione a non mettervi in ridicolo.

Il consiglio è, come prima cosa, di informarvi sul dress code utilizzato dai dipendenti dell’impresa per cui vi state candidando e in riferimento alle posizioni similari alla vostra. Per esempio, se sapete che tutti i lavoratori sono soliti recarsi al lavoro in jeans e maglietta, ciò non significa che anche voi possiate fare altrettanto, almeno, non al primo colloquio di selezione. Certo, magari potrebbe risultare eccessivo presentarvi in giacca e cravatta, per cui vi consigliamo di scegliere una soluzione intermedia, ovvero indossate jeans, camicia e una giacca o un giubbotto più formale, meglio non la cravatta, in modo da risultare opportuni, curati, seri, ma non eccessivi rispetto al look mediamente utilizzato in azienda.

Questione diversa, invece, se la posizione per cui vi candidate è tipo manageriale o rientra nell’ambito finanziario o bancario. In questi casi, informatevi ugualmente come si vestono i dipendenti di quella specifica società e con mansioni uguali o simili a quelle per cui vi candidate, ma in ogni caso non pensate di presentarvi vestiti informalmente, perché sarebbe un atteggiamento davvero poco indicato. Per un posto di manager, di responsabile finanziario, di commerciale assicurativo, nel settore prestiti, dovete arrivare al colloquio in vestito, se siete uomini, con scarpe attinenti e con camicia e cravatta a tinta unica. Nell’ambito finanziario è molto gradito il colore rosso per la cravatta.

Per le donne, vestito elegante, ma state alla larga da scollature eccessive, perché fareste una cattiva impressione, indipendentemente che il selezionatore sia uomo o donna. Non è un caso che le società finanziarie dispongano quasi sempre di locali climatizzati, in modo che lo stile dei dipendenti sia sempre appropriato con temperature calde o fredde. I clienti non dovranno mai, infatti, trovarsi davanti a impiegati vestiti in maniera inopportuna, perché sarebbe un segnale di scarsa serietà, una donna non porterebbe mai il marito a contrarre una finanziaria presso una società, dove l’impiegato è una donna vestita in modo da mettersi in mostra.

Oltre a cosa indossate, importante sarebbe scegliere colori opportuni. Non esiste una vera regola a questo proposito, ma il consiglio sarebbe di puntare su tinte neutre, ma che non necessariamente devono essere il nero o il grigio. Per esempio, un uomo potrebbe indossare una camicia bianca o azzurra, così come una donna potrebbe optare per colori chiari, ma possibilmente non accesi, perché distolgono l’attenzione di chi vi ascolta e potrebbero segnalare scarsa serietà.

Discorso diverso, in parte, se vi state candidando per posizioni creative, come per grafico pubblicitario. In questo caso, esternare una certa fantasia nella scelta dei colori non è un fatto negativo, sempre che non si scada nel cattivo gusto. Colori più accesi e abbinamenti un strampalati, quindi, non sono da scartare, anche perché verosimilmente state per entrare in un ambiente poco formale. Anche la scelta dell’abbigliamento potrebbe essere più rilassata.

Per l’uomo, indossare sempre la cintura con il pantalone. Non usare profumi persistenti, perché il selezionatore potrebbe non apprezzarli e indisporsi. Tenete anche presente che molti risultano allergici e rischiereste di lasciare un cattivo ricordo. Devono evitarsi anche gioielli vistosi, che deconcentrano chi vi ascolta.
Per le donne, evitate accessori troppo vistosi, vanno bene anelli o una collana e un orologio, non vanno bene ciondoli, braccialetti e collane grosse. I colori non devono essere sgargianti, così come il colore delle scarpe non deve risultare eccentrico, e l’altezza dei tacchi non deve essere eccessiva. In generale, evitate di presentarsi con oggetti addosso che facciano rumore. Lo smalto per le mani dovrebbe avere colore neutro.
Sia per uomini che per donne, le mani devono risultare curate e si dovrebbe segnalare una buona combinazione dei colori, specie tra scarpe e borsa per le seconde.

Per concludere, siate sempre opportuni e tendenzialmente presentatevi vestiti eleganti. Per posizioni meno formali o se siete a conoscenza che in azienda i dipendenti vadano vestiti informalmente, optate per soluzioni intermedie. In ogni caso, mai esternare volgarità attraverso accessori non appropriati.

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Colloquio di Gruppo – Guida

In questa guida spieghiamo come affrontare un colloquio di gruppo.

Sempre più spesso le aziende effettuano la selezione dei candidati attraverso colloqui di gruppo, che presentano per loro il vantaggio di fare risparmiare tempo. Ma non è l’unico. Le selezioni di gruppo offrono all’azienda l’opportunità di mettere a confronto diretto i candidati e di verificare sul campo quale sia il loro grado di interazione. In questa guida, vi spieghiamo come affrontare al meglio un colloquio di gruppo e come funziona.

Come si Svolge il Colloquio di Gruppo

Iniziamo da questo aspetto e vediamo come si svolge. In genere, i candidati vengono invitati a presentarsi in un’aula e fatti sedere attorno a un tavolo a gruppi di 10, massimo 15 persone. In una prima fase, il selezionatore chiede a ciascuno di presentarsi e di chiarire al gruppo le proprie aspirazione e aspettative. Nel frattempo, ne prende nota.

In una fase successiva, il selezionatore mette al centro della discussione pubblica un tema, chiedendo che venga discusso. A quel punto, l’interazione tra i candidati avviene spontaneamente, nel senso che non è più il responsabile della selezione a porre domande a ogni candidato. Vediamo cosa viene chiesto solitamente in questa fase, Potrebbe accadere che sia posta una domanda individuale a ciascuno dei partecipanti al colloquio di gruppo su un caso da analizzare, salvo discuterne successivamente con il resto dei candidati. Il tema potrebbe riguardare un piano di marketing, un bilancio aziendale, oppure situazioni apparentemente lontane dalla realtà ordinaria e dall’ambito lavorativo per cui ci si candida. Per esempio, il recruiter potrebbe chiedere al gruppo di immaginare di trovarsi in un deserto e di dovere arrivare nel primo villaggio abitato. La logica di simili discussioni è analizzare l’atteggiamento con cui ciascun candidato affronta il problema, oltre che valutarne il grado di creatività, la capacità di vedere le cose sotto una luce diversa, di risolvere problemi inattesi e sorti in una realtà molto diversa da quella alla quale si è abituati a vivere.

In alternativa, il selezionatore potrebbe effettuare un’operazione diversa, anche se più complessa, ovvero lasciare che siano i candidati a proporre un tema da affrontare. In questo caso, l’intento è di valutare l’immaginazione dei singoli e la loro capacità di problem solving. Se vi state imbattendo in questa fase del colloquio, vi consigliamo di proporre temi alla portata di tutti e che non urtino la sensibilità degli altri candidati e, soprattutto, del recruiter. Al bando la politica e qualsivoglia tema sensibile e divisivo, perché correte il rischio di mettervi in cattiva luce, non già per le vostre abilità, bensì per le idee esternate.

Grazie alla discussione di un problema, il recruiter ha la possibilità di farsi una valutazione autonoma sulle competenze di ciascuno in relazione a diversi profili, ma quel che accade è che in questa fase, egli chieda al gruppo di individuare la persona, che a suo avviso avrebbe dimostrato di essere maggiormente capace rispetto agli altri di risolvere il problema esposto. Grazie a questa tecnica, il recruiter verifica la capacità di ciascun candidato di comprendere le competenze altrui, ma allo stato tempo fa emergere spontaneamente una sorta di leadership tra i candidati, per effetto del riconoscimento dello stesso gruppo.

Uno degli obiettivi principali del colloquio di gruppo consiste proprio nell’individuazione di un candidato con abilità da leader. Queste non sono immediate da scrutare, ma emergono dal confronto e dall’interazione con gli altri. Si tratta di aspetti molto ricercati, specie per quelle figure professionali, che implicano doti manageriali o prospettive di carriera.

Come si Affronta il Colloquio di Gruppo

Le competenze di ogni candidato si palesa con le esternazioni rese nel corso del dibattito sul tema affrontato. Parlare a vanvera, con il solo obiettivo di mettersi in mostra, è sconsigliato, anche se certamente risulta importante parlare, interagire, ascoltare ciò che hanno da dire gli altri candidati, senza sopraffare e parlare durante le argomentazioni altrui o al di sopra degli altri.

Vediamo cosa fare se si è consapevoli di non essere forti su un determinato argomento. Per esempio, se viene proposto di analizzare il problema dell’organizzazione di un viaggio di gruppo e si è poco avvezzi, cosa dire. Il consiglio è di ascoltare, intanto, cosa hanno da dire gli altri. Di solito, chi ritiene di essere più competente in una materia alza la mano per primo, come a scuola. Ascoltate con attenzione e cercate di trovare con parole vostre soluzioni simili, ma non identiche, magari concentrandovi su un altro aspetto del problema. Con un pizzico di inventiva, intuito e anche di fortuna, potrebbe esservi possibile ugualmente mettervi in mostra con soluzioni originali.

In generale, vi consigliamo di presentarvi con meno angolature possibili del vostro carattere. Non significa fingersi ciò che non si è, ma di prendere coscienza degli aspetti meno positivi di voi stessi e di controllarli. Non paga, invece, mostrarsi persone molto diverse dalla realtà. Ricordatevi, infatti, che chi vi seleziona non è l’ultimo arrivato, ma generalmente ha alle spalle studi ed esperienze solidi nel campo delle risorse umane.

Controllate il tono della voce, non gridate e non siate aggressivi verso gli altri. Scandite bene le parole e non parlate velocemente. Esprimetevi non solo correttamente, ma anche fluidamente e con semplicità, costruendo frasi non lunghe, in modo che il vostro concetto sia comprensibile a tutti e non facciate la figura di chi vuole solamente esternare qualche abilità oratoria.

Il recruiter apprezza chi dimostra di possedere capacità di ragionamento concreto, pragmatico, chi è incisivo, chi riesce ad esprimere un concetto con poche parole e semplici. Per cercare di concentrare l’attenzione degli altri, oltre che di chi vi seleziona, volgete lo sguardo a chi vi ascolta e non siate noiosi e logorroici.

Risulta essere probabile che al termine del colloquio di gruppo, il recruiter vi somministri un questionario, nel quale vi chiede di spiegare il vostro comportamento nel corso della selezione. Dovete prestare molta attenzione a questa fase, cercando di mostrarvi obiettivi, in modo da incrementare le possibilità di accedere allo step successivo.

Come Presentarsi per il Colloquio di Gruppo

In generale, è doveroso presentarvi al colloquio di gruppo puntuali, meglio se con qualche minuto di anticipo. Quando aspettate l’arrivo del selezionatore, impiegate in maniera fruttuosa il vostro tempo, ovvero scambiando possibilmente qualche battuta con gli altri candidati, in modo da risultare empatici e di partire già avvantaggiati in fase di colloquio. Non siate chiaramente invadenti, ma parlate semmai sulla selezione, su questioni professionali.

L’abbigliamento è importante, arrivate vestiti in maniera adeguata. Un uomo dovrebbe indossare un vestito, giacca e cravatta, mentre una donna dovrebbe evitare abbigliamento succinto, ossia niente scollature, spalle scoperte e gambe in bella mostra. Il vostro stilee deve risultare curato e serio.

Assumete una postura composta e non gesticolate troppo nel corso dei vostri interventi, mentre quando prendete la parola iniziate con espressioni del tipo secondo me, a mio avviso, evitando locuzioni negative e dispregiative dei pareri espressi dagli altri candidati, come non sono d’accordo o ma no.

Importante è anche il comportamento. Se il gruppo viene suddiviso in più sotto gruppi per l’analisi di un problema, cercate di assumere la guida di quello al quale siete stati assegnati senza arroganza, ma con uno spirito positivo, dialogante e mettendo insieme i pareri di tutti gli altri componenti, in modo da risultare un collante e non un fattore di divisione.

Infine, fatevi passare l’eventuale timidezza. Un leader deve esternare vigore, capacità di ascolto, di analisi e spirito propositivo. Sapere parlare in pubblico risulta quanto mai importante, il tono della vostra voce deve essere risoluto, ma affabile.

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Colloquio Motivazionale

Il colloquio motivazionale, in inglese motivational interviewing, non va confuso con quello normalmente effettuato durante la selezione di candidati per un posto di lavoro, in quanto consiste in una metodologia studiata da dagli anni Ottanta e rivolta a persone con dipendenze patologiche. Questa tecnica sfrutta le abilità di counseling, finalizzate a promuovere il cambiamento attraverso l’esplorazione e la risoluzione dell’ambivalenza.

Da un punto di vista tecnico, si tratta di uno stile di comunicazione collaborativo e orientato, che presta particolare attenzione al linguaggio del cambiamento, attraverso la facilitazione dell’esplorazione e delle ragioni proprie della persona per cambiare, il tutto in un’atmosfera di accettazione di aiuto. In parole povere, invece, possiamo considerarlo uno stile collaborativo di conservazione, che mira a rafforzare la motivazione per arrivare al cambiamento di una persona.

Per essere più chiari, il colloquio motivazionale non si pone come obiettivo di fare accettare le persone per quelle che sono e di farle rimanere nella loro situazione attuale e di suggerire l’ascolto riflessivo, seguendo la persona in ogni sua divagazione. Esso, infatti, si distingue dal counseling classico, centrato sul cliente, essendo di tipo direttivo, ovvero rivolto alla risoluzione dell’ambivalenza in funzione del cambiamento.

Se con il counseling classico, l’operatore si pone l’obiettivo di aiutare la persona a scegliere un proprio percorso di vita o ad assumere decisioni difficili e la cui portata è equivalente per l’operatore medesimo, con il colloquio motivazionale si cerca di motivare la persona ad adottare un cambiamento positivo del suo comportamento. Dunque, esso punta a far cambiare la persona, mentre con il counseling classico si mira più che altro all’auto accettazione.

L’importanza del colloquio motivazionale consiste nella sua capacità di approfondire e riformulare domande aperte opportunamente poste, al fine di promuovere il cambiamento. Il suo nucleo risiede nel fare emergere nella persona le motivazioni per il cambiamento.

Di seguito, vi mostreremo in maniera volutamente non esaustiva le affermazioni e le domande, attraverso le quali si effettua un colloquio motivazionale, ovvero le tecniche utilizzate.

Per prima cosa, bisogna definire i fattori determinanti del cambiamento, che sono l’importanza percepita dalla persona del problema o della sua soluzione e l’autoefficacia percepita. Le tecniche utilizzate in fase di colloquio motivazionale sono: domande aperte; ascolto riflessivo; sostenere la persona con affermazioni di apprezzamento, come “Lei si mostra abbastanza volenteroso ed energico”; affermazioni che vanno nella direzione di spronare al cambiamento.

Approfondiamo proprio questo punto. Esistono quattro categorie di affermazioni, quelle che riconoscono gli svantaggi della situazione attuale, quelle che riconoscono i vantaggi del cambiamento, quelle che esprimono fiducia nelle proprie capacità, quelle che esprimono l’intenzione di cambiare.

Tali affermazioni possono essere evocate attraverso domande opportunamente poste dall’operatore. Ve ne sono di quattro tipi, quelle che pongono l’accento sugli svantaggi della situazione attuale, quelle che pongono l’accento, invece, sui vantaggi del cambiamento, quelle che pongono fiducia nella propria capacità di farcela, quelle che si focalizzano sull’intenzione di cambiare.

Le prime due tipologie di domande hanno lo scopo di accrescere l’importanza del cambiamento, attraverso l’evocazione dei relativi svantaggi e vantaggi della situazione attuale. La terza a la quarta tipologia puntano, invece, a aumentare la percezione di autoefficacia da un lato e di verificare quale piano avrebbe in mente la persona, una volta che ha assunto la decisione di cambiare.

Una tecnica molto utilizzata nell’ambito del colloquio motivazionale è l’uso del regolo dell’importanza, ovvero si chiede alla persona di esprimere una valutazione da 0 a 10 sull’importanza, dove 0 indica una valutazione nulla e 10 una massima. Alla persona potrebbe essere chiesto, ad esempio, cosa le servirebbe per aumentare la sua valutazione sull’importanza del cambiamento.

Non meno importante è la bilancia decisionale, uno schema in quattro colonne, dove quelle di sinistra indicano i benefici e i costi del rimanere nella situazione attuale, mentre le due di destra rappresentano i benefici e i costi derivanti dal cambiamento.

Per fare in modo che il cambiamento sia possibile, è necessario che la persona mostri uno spirito di collaborazione con l’operatore. Ciò avviene in un clima di riduzione della resistenza, delle dispute relative alla rilevanza del problema, con l’aumento delle affermazioni nella direzione del cambiamento, con domande relative al cambiamento, con previsioni su come potrebbe essere la sua quotidianità a cambiamento avvenuto e con l’avvio di comportamenti per la riduzione del problema.

Può accadere che la persona opponga resistenza al cambiamento e lo segnali attraverso alcuni comportamenti, quali: la discussione, la sfida, il discredito e la manifesta ostilità all’operatore, l’interruzione, il parlare sopra, il bloccare l’operatore, la negazione del problema, incolpando altri, dissentendo dall’operatore, chiedendo scusa, minimizzando il problema, esprimendo pessimismo sui vantaggi del cambiamento e definendosi sincero, ignorando l’operatore, distraendosi, non rispondendo e divagando.

In una situazione del genere, l’operatore attua alcune strategie per opporsi alla resistenza, come cambiare discorso, sfuggendo alla parte in cui si mostra maggiore resistenza da parte della persona, ammettendo il disaccordo ed evidenziando il sentimento di rifiuto del cambiamento dell’interlocutore, evidenziando l’ambivalenza della persona, fornendo informazioni aggiuntive, evidenziando i comportamenti positivi della persona; cambiando strategia comunicativa, in modo da rafforzare le proprie ragioni, porre l’accento sulla scelta personale e il controllo, schierarsi per paradosso contro il cambiamento.

Vediamo adesso quali potrebbero essere le affermazioni della persona in direzione del cambiamento. Si possono suddividere in quattro categorie, quelle che esprimono capacità, quelle che enfatizzano il desiderio di cambiamento, quelle che pongono l’accento sul bisogno di cambiamento, quelle che evidenziano le ragioni del cambiamento.

Vediamo quali sono le domande, che evocano le affermazioni in favore del cambiamento. Anche queste possono essere distinte in quattro categorie, quelle che si soffermano sulla capacità, quelle rivolte a verificare il desiderio per il cambiamento, quelle che fanno leva sul bisogno di cambiamento, quelle che evocano le ragioni del cambiamento.

Esistono, però, anche altre domande, che possono stimolare affermazioni nella direzione del cambiamento. Esse potrebbero consistere nel succitato uso del regolo dell’importanza. nell’esplorare le situazioni estreme, rivolgendo lo sguardo al passato:, rivolgendo lo sguardo in avanti, indagando obiettivi e valori.

Alle affermazioni orientate al cambiamento si può rispondere con riformulazione di parte breve o lunga del colloquio, chiedendo un approfondimento con domande aperte, chiedendo un esempio, sostenendo la persona.

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Colloquio di Lavoro in Inglese

In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come affrontare un colloquio di lavoro in inglese.

Sempre più spesso accade che un colloquio di selezione per un posto di lavoro venga tenuto in inglese, sia per testare le reali conoscenze della lingua che perché la posizione per la quale ci si candida potrebbe anche richiedere una sua capacità di utilizzo fluente. Inutile dire che ciò provoca in molti casi panico tra i candidati, visto che molti non hanno mai sostenuto un colloquio formale in lingua inglese. In questa guida vi forniremo qualche suggerimento per cercare di fare una figura quanto migliore possibile.

Domande e Risposte Colloquio di Lavoro in Inglese

In genere, la prima domanda che vi viene posta in simili colloqui è la seguente: “Tell me about yourself”, ossia letteralmente “parlami di te”. Attenzione a non confondere il significato di questa domanda: non vi viene chiesto di parlare a ruota libera della vostra vita privata, ma dovrete segnalare al selezionatore le vostre conoscenze, abilità ed esperienze di tipo professionale. Non iniziate con “I was born ….”, “my favourite hobby is …”, perché a chi vi ascolta non interessa, tranne che non vi venga richiesto esplicitamente.

Per prima cosa, evitate frasi molto lunghe e, in particolare, non fate una traduzione mentale del concetto che volete esprimere dall’italiano all’inglese, perché il rischio in questi casi sarebbe di risultare persino ridicoli, oltre che confusi. Ricordatevi una regola d’oro quando parlate in lingua straniera, specie in inglese, frasi brevi, del tipo “soggetto + verbo + complemento”, poi iniziate con un’altra piccola frase e così via. Vi farete capire e risulterete anche sufficientemente preparati in inglese.

Successivamente, vi potrebbe venire chiesto di segnalare i vostri punti di forza con domande di questo tipo: “what are your main abilities?” (“quali sono le vostre capacità principali”). Qui, dovrete essere in grado di sintetizzare le vostre principali capacità di tipo professionali, meglio se legate alla specifica posizione per la quale vi candidate, anche se è possibile che la domanda sia posta in maniera più generica, come “what are your main strenghts” (lett. “quali sono i vostri principali punti di forza”?). In quest’ultimo caso, invece, potrete e dovrete comunicare anche gli aspetti positivi del vostro carattere, come la precisione, la puntualità, la capacità organizzativa, la resistenza allo stress, etc.

Entriamo nel centro del colloquio,con la domanda sulle ragioni per le quali vi state candidando: “why are you interested in our job position/working for our company?”, etc. (“Perché siete interessati alla nostra offerta/a lavorare per la nostra azienda?”. Concentratevi sulle caratteristiche salienti dell’azienda e della specifica offerta lavorativa, evitate di limitarvi a rispondere che siete interessati alla retribuzione o ad altri tipi di vantaggi legati alla posizione, perché non sarebbe un buon biglietto da visita. In genere, le risposte che attirano maggiormente chi effettua la selezione sono del tipo “I’m interested in working for a company with an international background/where it is possible to have a career growth, etc” (“Mi interessa lavorare per un’azienda dallo spessore internazionale/dov’è possibile fare carriera, etc”. In questo modo, state segnalando all’azienda di essere interessati ad un percorso di crescita professionale, che sia in grado di mettere in risalto le vostre ambizioni e capacità professionali.

Legata a questa domanda vi è la seguente: “Why did you leave/do you want to leave your present job?”, ossia “Perché avete lasciato/intendete lasciare il vostro lavoro attuale?”. E’ forse una delle domande più importanti, anche perché è quella in cui spesso si inciampa di più. L’errore più frequente che si commette è di parlare male dell’attuale impiego, magari rispondendo che avete problemi con il vostro capo o con altri colleghi o recriminando solamente contro la vostra retribuzione. Sono gaffes da evitare, perché queste risposte dicono a chi ascolta che siete un probabile piantagrane, dato che pur avendo probabilmente tutte le ragioni, il selezionatore non è in grado in pochi secondi e con informazioni molto parziali di capire realmente la vostra situazione. In ogni caso, mai parlare male del proprio impiego attuale, così come dei colleghi e del capo. Limitatevi a indicare solo che la vostra posizione lavorativa attuale non vi soddisfa da un punto di vista delle prospettive di carriera e/o di messa a frutto delle capacità professionali e soddisfazioni delle vostre ambizioni.

Aspettative a questo punto una qualche domanda stravagante, fuori dalle righe, posta dal selezionatore per verificare la vostra capacità di rispondere a quesiti non ordinari e per testare le vostre reazioni. Potrebbe essere una del tipo “how do you see yourself in X years?” (“come vi vedete tra X anni?”). E’ importante anche in queste situazioni far capire di essere in grado di stare al gioco, non mostrare alcuna reazione emotiva indispettita o di sorpresa, così come dovreste evitare nello specifico di dare un’immagine pessimista su di voi. Rispondete, ad esempio, di vedervi in una posizione lavorativa progredita rispetto a quella attuale, in quanto ciò vi mostrerà ottimisti, consapevoli delle vostre capacità e con una mentalità positiva.

Non è improbabile che il colloquio termini con “Any questions?”, cioè “ci sono domande?”. Evitate chiaramente di porre domande banali, mentre non sarebbe male di farne qualcuna su aspetti non pienamente ancora a voi noti sull’azienda o sulla specifica posizione per cui vi candidate. Per esempio, potreste chiedere se esistono buone prospettive di carriere nel medio termine, se la politica retributiva aziendale prevede criteri meritocratici. In questo modo, fornirete a chi vi ascolta un ulteriore elemento di valutazione in vostro favore, perché vi mostrerete interessati a una posizione, che metta in risalto le vostre ambizioni.

Come Presentarsi Colloquio di Lavoro in Inglese

Abbiamo affrontato il modo in cui sostenere in lingua inglese un colloquio in maniera ottimale. Detto ciò, si tratta comunque di una selezione come le altre, che implica alcune regole di comportamento precise e uguali a quelle da tenere per un colloquio, in italiano. Per prima cosa, presentarsi con puntualità massima. Anzi, è sempre consigliabile arrivare sul posto con qualche minuto di anticipo, perché ciò non potrà che essere apprezzato da chi di dovere.

L’abbigliamento deve essere adatto alla posizione per la quale vi candidate. Per un lavoro di tipo impiegatizio è sempre richiesto uno stile elegante e curato, specie se abbia a che fare con la clientela. Nel caso di un uomo, bisogna indossare certamente giacca e cravatta, mentre una donna dovrebbe evitare di attirare negativamente l’attenzione con un vestiario succinto, che lasci gambe e spalle scoperte.

Mostratevi sereni e non agitati, specie non fate battute che lascino presagire una sorta di paura a parlare in inglese, anzi dovrete essere quanto più a vostro agio su questo piano. Al fine di evitare brutte figure, oltre a curare la grammatica, sarebbe importante prepararsi a tempo debito con una dizione curata. Ricordatevi che l’esteriorità in un colloquio non è tutto, ma fa tanto, perché chi vi ascolta non vi conosce e vi giudica per quei pochi minuti di durata della selezione.

Le vostre risposte in inglese, come sopra detto, devono essere articolate in frasi brevi e semplici, perché è importante, anzitutto, la comprensione di quanto diciate, oltre che la dimostrazione di sapere essere incisivi. Chiaramente, studiatevi un minimo di vocabolario per la specifica posizione. Per esempio, se vi candidate per un posto nel mondo della finanza, cercate quanto meno di tenervi preparati sui termini maggiormente in voga nel settore, magari anche solo visitando la versione inglese del sito aziendale, che quasi sempre vi espone i termini più utilizzati anche in sede di colloquio.

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